Nella Giannetto – 1996

Parlo da studiosa di letteratura: le opere visuali che nascono come illustrazione o su ispirazione di un’opera letteraria sono sempre di grande interesse. Perché sono una forma particolarissima di lettura e di critica, che attraverso il passaggio dalla scrittura al segno iconico moltiplica le possibilità espressive del testo. Scegliere poi Buzzati, come oggetto letterario da commentare, ha particolarmente senso, perché i suoi testi hanno una forte carica visuale. Non so se l’autore del Deserto dei Tartari e dei Sessanta racconti si riconoscerebbe nelle pennellate di Antonia Fedon, ma certo guarderebbe con curiosità i suoi quadri. E probabilmente si divertirebbe a misurare la distanza che li separa dai disegni che lui stesso, mentre scriveva, tracciava sui margini dei suoi manoscritti. Una distanza considerevole, per quanto posso capire, ma tutta da studiare: guardare ad un capolavoro letterario come ad un'”opera aperta” vuol dire anche questo.

Nella Giannetto